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Le nostre chiusure sono create da maestri artigiani situati nei distretti orafi di Vicenza, Arezzo e Valenza Po. La chiusura di una collana, di un bracciale o anche di un orecchino è sempre stata un elemento fondamentale del prodotto gioiello sia perché contribuisce ad abbellirlo e meglio rifinirlo, sia perché il suo funzionamento garantisce la fruibilità dell’oggetto. Le chiusure possono essere fondamentalmente di tre tipi: con lo scattino ” a linguetta”, adottata normalmente dalle chiusura a pallina o ad olivetta ; con il funzionamento “a molla” , normalmente adottata dalle chiusure a “tubo o gancio” che, appunto, hanno una piccola molla all’interno del tubo che compone la chiusura; a calamita, con una calamita all’interno della chiusura. Solo da questa breve descrizione è facile comprendere che la “costruzione” di una chiusura presenta non poche difficoltà. Per la chiusura con lo ” scattino” o meglio con quella che noi in Veneto chiamiamo “linguetta” ( accettiamo indicazioni dagli Amici delle altre Regioni!) la difficoltà è il materiale della stessa che deve avere una fondamentale caratteristica : ritornare alla sua forma iniziale una volta inserita nel suo alloggiamento. Se ciò non accadesse e la linguetta una volta “premuta” restasse …schiacciata non assolverebbe al suo compito,permettendo alla stessa così compressa di uscire dalla sua sede. Nelle chiusure in oro , problemi non ce ne sono per la elasticità del metallo giallo,sua importantissima proprietà. Cos’è l’elasticità di un metallo? E’ la capacità del metallo di riprendere forma dopo la rimozione della sollecitazione. L’argento non gode di questa proprietà ed è per questo che è opportuno utilizzare un metallo che non sia l’argento per questo piccolo componente ma l’alpaca.L’uso dell’alpaca ha creato qualche problema ai nostri fabbricanti per l’esportazione dei propri prodotti in Europa e nel Mondo poiché il marchio,obbligatorio per legge, presupponeva che l’intero manufatto fosse nel metallo del marchio e non ammetteva deroghe. Ulteriore problema è la “misura” della linguetta. Vi sarà senz’altro capitato di chiedere al vostro fornitore se poteva procurarvi una “linguetta” per una chiusura. Il vostro fidato fornitore si sarà anche dannato per cercarla e trovarla e una volta provata…non funzionava. Come mai? Non aveva capito bene o non era stato così attento alle vostre richieste? Probabilmente nulla di tutto questo! Semplicemente le linguette vengono costruite sulla dimensione della sede che ogni chiusura ha e queste, nella maggior parte dei casi, sono tutte differenti. Per quanto riguarda le chiusure “ad anello”, quelle con una piccola molla all’interno del tubo,la bravura dell’artigiano è quella di trovare una molla che consenta un utilizzo “pesante” della chiusura , garantendo migliaia e migliaia di compressioni della minuscola molla. Si aggiunge a ciò un’ ulteriore complicazione: quando la chiusura viene placcata o rodiata , il bagno galvanico non deve danneggiare il nostro meccanismo e non deve precluderne il funzionamento. E’, quindi, necessario scegliere una galvanica che dia garanzie assolute a questo riguardo e che non riservi sorprese al moneto della riconsegna del prodotto.E, visto che stiamo parlando di rodiatura e placcatura,permettetemi una divagazione. Il bagno galvanico è un momento molto delicato per il nostro manufatto: innanzitutto per le normative di rispetto per l’ambiente che spesso galvaniche in qualche sperduto paese dell’Estremo Oriente non garantiscono. Ma questo, se vogliamo , è solo un problema delle nostre coscienze. E’ singolare , comunque, che alcune persone attente ai problemi dell’ambiente di casa nostra , se ne freghino sulle tecniche usate negli altri Paesi del mondo. (boh). Al di là di questo problemino “morale” , esiste un altro problema che investe chi indossa il prodotto: le nostre galvaniche applicano rodiature “NICHEL FREE” per legge con processi garantiti da controlli e verifiche anche giornaliere. E le galvaniche …del resto del Mondo? Conosciamo i danni di un prodotto “NO NICHEL FREEE” sulla nostra pelle? Un altro tipo di chiusura sono le chiusure “a calamita”. Queste chiusure sono amate o detestate senza nessuna via di mezzo! Motivo? Chi le ama le trova molto comode e facili da usare, chi le detesta , probabilmente, ha avuto brutte esperienze con prodotti provenienti dalla Cina. E Vi spiego cosa voglio dire con una piccola storia di vita. I nostri Clienti ci hanno spesso dato ottimi suggerimenti e chi scrive ha avuto la fortuna di raccogliere , per quanto riguarda le chiusure a calamita , le indicazioni di una Cliente dell’Alto Adige. Questa gentile ma anche precisa Signora la prima volta che Le ho proposto delle chiusure con la calamita, mi chiese: “Hanno l’invito?” Naturalmente non avevo capito subito l’importanza di questo particolare, ma quando la Signora mi spiegò che “l’invito”, le scanalature che permettevano alle due parti della chiusura di combaciare perfettamente, tutto questo mi fu chiaro. Le mie, per fortuna, avevano il famoso “invito” e riuscii ad accaparrarmi la Signora come Cliente anche per questo prodotto! La carrellata sui tipi di chiusure non finisce qui e possiamo segnalare anche le chiusure costituite da un semplice filo d’argento, naturalmente di uno spessore consistente che va ad infilarsi ad un anello, chiusure queste molto sicure e spesso anche dal design accattivante. Spero che queste parole siano state di Vostro interesse. Ci sarebbero tante altre cose da dire e spiegare ma penso che questo sia sufficiente per capire che dietro una chiusura c’è spesso uno studio ed una lavoro non indifferente. Meglio affidarsi a chi le vende e le utilizza da più di 30 anni. Riproduzione riservata.